GIORNATA DI PRIMAVERA  A CORONGIU – 25 MARZO 2018

Grand Tour dei Laghi Corongiu.

In concomitanza con la giornata mondiale dell’acqua vi proponiamo una camminata nell’oasi di Corongiu (Sinnai) dove l’opera dell’uomo e della natura si vanno sempre di più integrando.

I laghi artificiali di Corongiu si collocano nel bacino imbrifero omonimo e sono alimentati dal rio Bau Filixi e dai suoi affluenti, tutti ricadenti in agro di Sinnai nelle colline a Est dei centri abitati di Sinnai e Maracalagonis.
Le colline che fanno da corona agli invasi di Corongiu superano di poco i 400 metri di quota sul livello del mare, ma la loro morfologia accidentata conferisce al paesaggio un aspetto montano. Il substrato geologico, costituito da graniti rosa fortemente fessurati contribuisce anch’esso alla fisionomia naturalistica dei luoghi.
La copertura vegetale di questa porzione di territorio rispecchia le impronte recenti e pregresse della mano dell’uomo. Negli ultimi decenni non ci sono stati grossi incendi e la pressione antropica appare compatibile con la conservazione dell’ambiente.
All’epoca della costruzione della prima diga, nella prima metà del XIX secolo, i versanti di Corongiu erano ricoperti da vegetazione arborea naturale dominata dal leccio e dai ginepri, espressione tipica degli orizzonti più termofili del bosco mediterraneo.

La realizzazione delle dighe e dei relativi invasi ha comportato, specie in fase di cantiere, una alterazione delle formazioni forestali e la loro trasformazione in macchie più o meno degradate. Nei versanti del bacino esposti a sud e caratterizzati da pendenze e rocciosità si è quindi insediata una macchia secondaria a euforbia dendroides e compresenza di fico d’India, mentre nelle zone più favorevoli permangono nuclei di ginepro fenicio.
Nei versanti con esposizione più fresca e pendenze più dolci al bosco originario è subentrata una macchia secondaria di sclerofille sempreverdi dove comunque la matrice quercina sta prepotentemente riemergendo.
In alcune aree del compendio la degradazione della vegetazione aveva raggiunto un livello tale da giustificare un intervento di rimboschimento artificiale con conifere mediterranee che l’amministrazione comunale di Cagliari, proprietaria del compendio, ha avviato nel secondo dopoguerra. Con questo scopo fu allestito un vivaio forestale nel fondovalle di Corongiu che ancora oggi produce piante ornamentali destinate al verde pubblico di Cagliari.
Dopo un primo impatto negativo sulla copertura forestale, la presenza delle dighe e la loro gestione ha consentito un buon grado di rinaturalizzazione del compendio di Corongiu favorita anche dalla umidità atmosferica creata dalle acque invasate. Diverse specie ittiche e di uccelli acquatici hanno iniziato a popolare gli invasi, ivi comprese alcune specie esotiche non programmate.
Attualmente il compendio di Corongiu presenta una buona copertura di vegetazione legnosa di origine naturale insieme a formazioni miste di pini ed eucaliptus impiantati in epoche relativamente recenti. Dalle tracce presenti si desume anche una buona consistenza di fauna selvatica.

Breve storia delle dighe di Corongiu

Prima della realizzazione degli invasi artificiali di Corongiu l’approvvigionamento idrico della città di Cagliari avveniva essenzialmente mediante la raccolta di acqua piovana e dal sottosuolo con pozzi.
In passato i Romani realizzarono un acquedotto che captava le acque sorgive dai monti di Villamassargia e Domusnovas, acquedotto dismesso dopo la decadenza dell’impero di cui rimangono poche tracce.
Nel 1700 ci fu un tentativo di recupero di detto acquedotto romano che però non ebbe successo; così a metà del secolo XIX per soddisfare le crescenti esigenze della città fù avviata la realizzazione di un invaso artificiale nei monti di Sinnai.
Il primo sbarramento di Corongiu realizzato con una diga a gravità in pietrame e pozzolana aveva una capacità di 1,5 milioni di mc d’acqua. Il 3 Marzo 1867, con uno zampillo potentissimo in piazza Yenne a Cagliari, si inaugurò il nuovo acquedotto che portava l’acqua dal Corongiu. A sponsorizzare l’opera fu il ministro Cavour.
Un secondo sbarramento poco più a monte del primo fu realizzato negli anni a cavallo della grande guerra per invasare altri 0,5 milioni di mc di acqua.
I due laghi si rivelarono ben presto insufficienti per la città, anche a causa di una spaventosa siccità che nel 1913 durò 290 giorni costringendo la municipalità a ricorrere alle navi-cisterna; nell’ottobre del 1926 un’altra grave crisi idrica comportò una limitazione nell’erogazione dell’acqua a 2-3 ore al giorno. Si comprese allora che era necessario trovare una soluzione definitiva con la costruzione di un terzo bacino nella medesima valle di Corongiu. La terza diga è stata costruita nel 1934 interamente in blocchetti di granito locale e malta cementizia, ha una capacità di 4,5 milioni di mc d’acqua ed è un vanto della architettura del periodo fascista.
Attualmente sono attivi solo il secondo e il terzo invaso in quanto il primo sbarramento è stato demolito negli anni 70, dopo il disastro del Vajont, perché ritenuto non sicuro.

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L’escursione a piedi

Lasciate le auto nel parcheggio esterno al cancello di ingresso al compendio di Corongiu ci incontreremo alle ore 10,00 davanti agli impianti di potabilizzazione di Corongiu dove incontreremo un tecnico di Abbanoa per una visita guidata agli impianti.

Inizieremo quindi a camminare lungo la pista carrozzabile di servizio che sale verso gli sbarramenti che hanno dato origine ai laghi artificiali di Corongiu realizzati in tempi diversi e in posizione via via più elevata.

Del primo sbarramento, realizzato nel 1867 a meno di un km dall’attuale potabilizzatore, rimangono solo le tracce in quanto fu abbattuto dopo la tragedia del Vajont. Sono invece perfettamente funzionanti il secondo e il terzo sbarramento realizzati nella prima metà del secolo scorso per incrementare le riserve idriche destinate alla città di Cagliari.

Dopo aver percorso circa tre km lungo la pista di servizio che attraversa la pineta, si arriva al terzo sbarramento che consente di invasare oltre 4 milioni di mc d’acqua. Si tratta di un’opera realizzata interamente in blocchetti di granito locale e pozzolana che reca la data del 1934.
Per chi ha ancora voglia di camminare c’è un ramo di pista che costeggia il lago e si sviluppa per due km fino ad intercettare il rio Bau Filixi dove affluisce nel lago.
Detta pista non ha al momento sbocco e pertanto si deve tornare indietro lungo la medesima per rientrare al luogo di partenza.

Notizie utili

  • La via più semplice per arrivare a Corongiu è la stradina asfaltata che si diparte dal Km 15 della strada statale orientale sarda ( S.S. 125 ) stando attenti alla deviazione che si trova in curva e non è visibilissima. Dopo di che andando sempre dritti e senza fare alcuna deviazione si arriva dopo 6 km proprio al cancello d’ingresso del potabilizzatore di Corongiu dove c’è lo spazio per parcheggiare le auto.
  • L’itinerario pedonale programmato è lungo complessivamente circa 10 km, parte da quota 130 m. s.l.m. e arriva a poco più di 200 m.s.l.m. con una pendenza abbastanza regolare. Può essere percorso in 2÷3 ore di cammino regolare, escluse le soste, anche da persone anziane e/o non sportive.
  • E’ comunque possibile rinunciare all’ultimo tratto della escursione fermandosi al coronamento del terzo lago.
  •  Il fondo stradale della pista da percorrere è normalmente in buone condizioni, è comunque opportuno indossare scarpe da trekking così come è bene avere uno zainetto con acqua, colazione e la giacca a vento.
  •  L’escursione si concluderà in tarda mattinata e compatibilmente con i tempi sarà effettuata una breve visita al vivaio di piante del Comune di Cagliari situato poco distante dal potabilizzatore e dall’ingresso al compendio di Corongiu.

N.B. Per motivi di sicurezza è vietato allontanarsi dal percorso guidato

2018-11-26T15:57:02+00:00