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Inquinamento atmosferico e salute nelle aree urbane
Lunedì 4 novembre 2019 – ore 16.00, Cagliari

Legambiente promuove il convegno sollecitata da tanti cittadini che vogliono essere maggiormente informati. In estrema sintesi si può dire che: per fortuna che c’è il vento altrimenti i livelli di inquinamento di Cagliari sarebbero molto più gravi
L
a ventosità dell’area cagliaritana è  stata spesso invocata per indicare che non c’è inquinamento atmosferico. Eppure da oltre dieci anni tutti i valori misurati dalle centraline della rete regionale ARPAS e da quelle del Comune di Cagliari per il  PM 10 e  PM 2,5, indicano costantemente dei valori elevati, inferiori ma prossimi ai valori di soglia della normativa italiana e molto superiori ai valori di soglia indicati dalla OMS Organizzazione Mondiale della Sanità. In sostanza l’area cagliaritana da Quartu ad Assemini è in permanenza avvolta da una cappa di smog, originata in gran parte dalle emissioni dell’intenso traffico automobilistico, che costituisce un fattore di rischio elevato per la salute. Le 170.000 auto che ogni giorno entrano in città si sommano alle 95.000  auto dei residenti e collocano  Cagliari tra le città più congestionate d’Italia. 

 Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’AEA Agenzia Europea dell’Ambiente  lo scorso 8 ottobre è stato chiaro: l’inquinamento atmosferico sta danneggiando la salute umana e gli ecosistemi. Larghe fasce della popolazione non vivono in un ambiente sano, in base alle norme attuali. Per imboccare un cammino sostenibile, l’Europa dovrà essere ambiziosa e andare oltre la legislazione attuale.

Il particolato, il biossido di azoto  e l’ozono troposferico sono attualmente considerati i tre inquinanti che in maniera più significativa incidono sulla salute umana. La gravità dell’impatto delle esposizioni prolungate e di picco a questi inquinanti varia dall’indebolimento del sistema respiratorio fino alla morte prematura. Circa il 90 % degli abitanti delle città è esposto a concentrazioni di inquinanti superiori ai livelli di qualità dell’aria ritenuti dannosi per la salute. Per esempio, si stima che il particolato sottile (PM2.5) riduca l’aspettativa di vita nell’UE di più di 8 mesi. Un motivo di crescente preoccupazione è il benzo(a)pirene, un inquinante cancerogeno le cui concentrazioni sono superiori alla soglia fissata per proteggere la salute umana in diverse aree urbane, specie nell’Europa centrale e orientale.

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